Fotografia Digitale

Allegato a Macworld Italia di marzo 2005





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Come scegliere la fotocamera digitale

Caratteristiche e elementi di scelta della fotocamera e dei suoi accessori fondamentali
Conoscere gli elementi fondamentali della fotocamera e le relative caratteristiche è il primo passo per la scelta. Il secondo passo consta nel conoscere le proprie esigenze; solo così si avrà certezza di rimanere soddisfatti dall'acquisto.

La risoluzione del sensore

È normalmente espressa in "mega pixel" ossia in milioni di pixel. Nella grafica digitale, il termine "risoluzione" indica la quantità di informazioni (pixel) presenti in una unità di misura di lunghezza (centimetri o pollici) quindi si indicheranno risoluzioni in "pixel per pollice" o "pixel per centimetro"; nelle fotocamere digitali, invece, per risoluzione si intende il numero complessivo di pixel.
Questo valore determina la qualità dell'immagine stampata a una certa dimensione e, di conseguenza, la massima dimensione stampabile alla massima qualità.
Per calcolare questi valori occorre conoscere il numero di pixel disponibili in larghezza e in altezza.
Se si desidera fare dei conti, si tenga presente che per una stampa di qualità pari a quella fotografica si usano risoluzioni pari a 300 pixel per pollice (circa 120 pixel per centimetro); con le stampanti casalinghe si possono usare risoluzioni inferiori (180 Pixel per pollice ovvero circa 70 per centimetro) pur mantenendo una buona qualità. Un discorso a parte va fatto per gli ingrandimenti ottenuti con plotter o apparecchiature per la stampa digitale in grande formato, con cui si possono usare risoluzioni anche molto basse (fino anche a 50 pixel per pollice, 20 pixel/cm) pur mantenendo un aspetto gradevole. Inoltre, più è grande una stampa, maggiore sarà la distanza da cui la si osserva e di conseguenza non si noteranno i dettagli più minuti e le piccole imperfezioni.
Per dare una idea di massima si tenga presente che con una fotocamera da 2 megapixel si possono ottenere stampe a qualità fotografica fino al formato 10 x 16 cm - il classico formato cartolina - e con una da 6 megapixel invece si arriva fino al formato 18 x 24 cm. Questo sempre riferendosi ai formati tipici delle fotografie. A risoluzioni inferiori, come avviene con altri sistemi, diversi dal processo di stampa fotografica, dove si possono utilizzare risoluzioni inferiori si arriva al formato 20 x 30 cm per la macchina da 2 megapixel oppure 30 x 40 cm per la fotocamera da 6 megapixel.
È chiaro quindi che la risoluzione è un fattore determinante se si hanno esigenze specifiche di ingrandimento. Se siamo stati dei fotografi appassionati utilizzando pellicola e abbiamo la cultura dell'ingrandimento, la macchinetta che ci fa il 10 x 15 cm non ci basterà. Al contrario, se si scatta solo per avere foto che arricchiscano il nostro sito web, si potranno scegliere fotocamere dalla risoluzione molto contenuta. Per una scelta però precisa non bisogna valutare solo le esigenze di tutti i giorni ma anche quelle meno frequenti ma possibili. Se la fotocamera comprata per fare foto per il web ci servisse anche per potare a casa ricordi di una vacanza forse non ci soddisferà appieno sa ci potrà dare come risultato solo delle stampe di dimensioni molto ridotte.

L'obiettivo: non si misura solo come tele o grandangolo
ma anche in termini di qualità.

Quando si parla di fotocamere digitali è comune parlare di risoluzione ma, a eccezione dei professionisti o degli appassionati evoluti, raramente qualcuno si chiede quale obiettivo sia presente sulla fotocamera. È un po' come comprare una bellissima auto sportiva col motore potente e le gomme lisce!
Il sensore, infatti, cattura l'immagine così come viene riportata dall'obiettivo. Se questo è di qualità scadente, un sensore a elevata risoluzione serve a poco.
Un'obiettivo di qualità si distingue perché le foto anche agli angoli sono luminose come al centro (non presentano quindi il difetto detto "vignettatura") e anche ai bordi le immagini sono nitide e i dettagli non presentano aloni colorati (quindi senza il difetto detto "aberrazione cromatica").
(Foto vignettatura/aberrazione cromatica)
Ci sono poi caratteristiche ulteriori da valutare come, per esempio, la luminosità dell'obiettivo o la qualità del dettaglio. Se la luminosità può essere valutata mediante il numero che indica il valore del diaframma alla massima apertura (ossia quelli indicati sull'obiettivo come f/x oppure 1/x dove x deve essere il più piccolo possibile) la nitidezza, così come la vignettatura e l'aberrazione cromatica possono essere analizzati solo facendo delle prove comparative.
In genere, se non fosse possibile fare una prova reale, può essere utile affidarsi a un produttore rinomato per la sua qualità.
Scegliere la fotocamera in funzione dell'obiettivo significa anche, se l'ottica è a focale fissa, scegliere tra grandangolare e teleobiettivo. Normalmente ogni fotocamera è dotata o di un obiettivo standard - ossia che presenta un campo visivo simile a quello dell'occhio umano - oppure di un obiettivo zoom. Questo tipo di obiettivo può essere regolato su lunghezze focali diverse. Lunghezze focali ridotte corrispondono a obiettivi grandangolari (che riprendono una immagine più ampia rispetto a quella dell'occhio umano) mentre lunghezze focali elevate corrispondono a teleobiettivi ossia obiettivi con un angolo di ripresa molto ridotto così che i particolari anche lontani appaiano più grandi.
Grandangolari e teleobiettivi si prestano ciascuno a differenti tipi di fotografie e presentano possibilità creative diverse. In generale, si può pensare che avvicinarsi a un soggetto usando un grandangolare oppure mantenere la distanza e utilizzare un teleobiettivo produca il medesimo risultato. In realtà, il teleobiettivo comprime le distanze e causa una sorta di effetto schiacciamento. Tutto appare più vicino e le distanze appaiono falsate così che oggetti a distanze molto diverse appaiono vicini tra loro. Al contrario le ottiche grandangolari producono un effetto opposto e fanno apparire gli oggetti lontani come se fossero ancora più lontani. L'effetto, è causato dal diverso angolo di ripresa dei due obiettivi. Si può sfruttare questa particolare deformazione delle distanze anche per ottenere risultati creativi. Per esempio, fotografando un bambino a breve distanza e un adulto più lontano, con un grandangolo, si potrà fare sembrare il bambino alto come l'adulto.
Altri effetti prospettici sono sempre possibili e una volta impratichiti ci si accorge di quanto si può "giocare" solo variando la lunghezza focale di una fotocamera dotata di zoom.
Sempre in tema di obiettivi, spesso gli zoom hanno possibilità di funzione Macro. È disponibile sulla maggior parte delle fotocamere digitali mediante un tasto (o una funzione) raffigurante un fiore che indica la messa a fuoco a brevissima distanza. La macrofotografia è la tecnica del fotografare soggetti di dimensioni ridotte e renderli visibili a pieno fotogramma. Le macro fotografie possono dare grandissima soddisfazione per la spettacolarità dei risultati che si ottengono. A volte basta una passeggiata tra campi e boschi in primavera per avere a disposizione un'infinità di soggetti diversi e accattivanti. È sufficiente pensare alle mille foto che si possono fare a fiori e a insetti per avere una idea di quanto ci si possa divertire con questa funzione!
La fotografia macro è poi utile anche a chi si occupa per esempio di modellismo o chi fa collezione di oggetti di dimensioni ridotte quali, per esempio, i francobolli.
L'appassionato di modellismo, grazie a una fotografia macro, può mostrare nel dettaglio particolari dei propri modelli e eventualmente mostrare le proprie creazioni con dovizia di particolari sul proprio sito web. Idem dicasi per il collezionista che potrà mostrare lo stato di un particolare francobollo per venderlo su ebay.

Formati di registrazione disponibili

Le immagini rilevate dal sensore, sono generalmente compresse onde sfruttare al massimo la capienza della scheda di memoria. A tale scopo, si utilizza l'algoritmo JPEG e l'omonimo formato di documento, i quali prendono il nome dal gruppo che ne ha definito lo standard, il "Joint Photographic Expert Group". Semplificando al massimo il funzionamento dell'algoritmo, questo esamina i valori dei vari pixel che compongono l'immagine ed elimina la parte di dati che, in funzione del livello di compressione scelto, risultano meno "importanti". Ciò provoca un degrado della qualità dell'immagine più o meno percepibile. Le fotocamere digitali usano livelli di compressione molto simili, ma non identici, ecco perché nella prova che si effettuerà per valutare la qualità dell'immagine, si dovrà prestare attenzione anche agli effetti della compressione.
Fotocamere con buona qualità offrono livelli di compressione in genere da 4:1 a 6:1. Una fotocamera da 2 megapixel, che genera quindi una fotografia da 6 MB, genererà documenti da circa 1 MB se con compressione 6:1 oppure 1,5 MB se con compressione pari a 1:4.
Innanzitutto va specificato che le dimensioni finali del documento non sono fisse in quanto l'algoritmo è più o meno efficiente in funzione della singola immagine (una foto di un cielo azzurro, quindi con toni uniformi, sarà più facilmente comprimibile di una foto ricca di colori e dettagli minuscoli). È però chiaro che, comprimendo mediante eliminazione di dati, più una immagine è grande e maggiore sarà la sua qualità. A questo punto salta subito all'occhio che basta uno sguardo alle caratteristiche della fotocamera per capire se la sua compressione apporterà una perdita di qualità più o meno accentuata. Qualora sia indispensabile ottenere una qualità superiore - senza la perdita introdotta dalla compressione in formato JPEG - sarà necessario ricorrere a formati di documento che non provocano perdite di qualità. Quelli disponibili, non su tutte ma comunque su molte fotocamere, sono il formato TIFF - la cui sigla indica Tagged Information File Format - e il formato RAW, il cui nome significa letteralmente "grezzo". Il formato TIFF è uno dei più comuni nel mondo della grafica ed è compatibile praticamente con tutti i programmi di fotoritocco e trattamento immagine. I dati dell'immagine, quando registrati in TIFF, non subiscono alcuna variazione mantenendo così inalterata la qualità originale, in compenso, rispetto al formato JPEG, si occuperà, sulla scheda di memoria, una maggiore quantità di spazio per potere registrare le immagini.
Il formato RAW - anche detto "Camera Raw" - invece, non è utilizzato nel mondo della grafica e serve per archiviare i dati così come letti dal sensore della fotocamera digitale. Generalmente questo formato utilizza anche un sistema di compressione dei dati letti tale da risparmiare spazio senza alterare minimamente l'immagine. Questo formato equivale al negativo su pellicola. Come in fase di stampa da negativo si apportano migliorie (per esempio alla luminosità o al colore), anche in fase di apertura del formato RAW si apportano correzioni o migliorie.
Un grosso limite del formato RAW sta nella sua anarchia. È un formato per cui non son definiti standard univoci per tutti i produttori di fotocamere bensì ognuno fa come vuole. Solo di recente Adobe Systems - appunto per mettere ordine in questo ampio panorama di formati tutti indicati come RAW ma ognuno diverso dall'altro - ha definito gli standard del formato DNG dove la sigla indica "Digital NeGative" ovvero negativo digitale. Si spera che in futuro i vari produttori di fotocamere adottino tutti questo formato così che l'uniformità garantisca maggiore compatibilità con i programmi futuri.
Tutti questi elementi - formati di registrazione disponibili e relativi, se presenti, livelli di compressione - sono sempre da valutare al momento della scelta della fotocamera soprattutto se si è alla ricerca di risultati di qualità.

Memory Card

Sono schede di memoria che si basano sull'uso di semiconduttori e non hanno, in genere, parti in movimento. Fanno infatti eccezione i minuscoli dischi rigidi detti "Micro Drive". Nonostante questi utilizzino il medesimo standard e abbiano misure compatibili con le schede Compact Flash, il maggiore spessore dei Micro Drive richiede che la fotocamera sia predisposta al loro uso. Il loro punto di forza, è la grande capacità e il costo particolarmente conveniente. Purtroppo, il tallone d'Achille dei Micro Drive è la loro delicatezza che richiede sempre una cura estrema e una attenzione assoluta nell'evitare urti e scossoni.
Molto interessanti sono anche le schede Compact Flash. Sono tra le più diffuse e sono disponibili in tagli fino alla ragguardevole dimensione di 4 GB. Le macchine predisposte per utilizzare le schede Compact Flash possono, mediante un adattatore, utilizzare anche le schede di dimensioni più ridotte come, per esempio, le XD Picture Card.
Comunque, non esistono pro e contro specifici per le varie schede. Questo finché si fa un uso generico. Le schede Compact Flash, infatti, hanno un grosso vantaggio rispetto a quelle che usano altri standard: contengono al loro interno i necessari driver. Questo si traduce, per l'utente, nel fatto che una fotocamera che usa le schede compact flash può utilizzare sia le schede disponibili oggi che quelle che ci saranno fra dieci anni e che necessiteranno di driver differenti e più aggiornati. Con altri standard, una fotocamera che può utilizzare schede fino, per esempio, a 2 GB probabilmente non potrà usare schede con capienza di 4 GB dato che per queste saranno necessari nuovi driver non presenti nella fotocamera.
Questi problemi sono comunque più teorici che reali. Quando saranno disponibili schede non più compatibili con una determinata fotocamera, forse la macchina stessa sarà così vecchia da suggerire di passare a un nuovo modello.
La scelta di una macchina fotografica in base allo standard della sua scheda di memoria può dipendere, quindi, da una necessità di compatibilità tra dispositivi diversi. Per esempio, chi possiede un lettore di MP3 o un computer palmare o un cellulare predisposto per l'uso di schede di memoria, probabilmente sceglierà una fotocamera che utilizzi il medesimo standard. In caso di necessità, sarà possibile l'interscambio. Chi possiede un computer portatile con uno slot PCMCIA, può decidere di scegliere uno standard per il quale sia disponibile un adattatore PCMCIA: leggerissimo, compatto e non richiede l'uso di cavi o alimentazione.
L'uso di un adattatore per leggere il contenuto della scheda di memoria, risulta più vantaggioso del collegare la fotocamera al computer per il fatto che, in questo modo, non si sfruttano le batterie della fotocamera durante il trasferimento dei dati.

Schede di memoria e velocità

Quando si acquista una scheda di memoria spesso si possono scegliere modelli diversi sia per capacità che velocità. La velocità è però spesso motivo di delusione. Chi non ha la pazienza di attendere 4 o 5 secondi perché la fotocamera liberi la sua memoria registrando l'immagine nella scheda di memoria, può pensare che una scheda più veloce risolva la situazione. Purtroppo non sempre è così. La velocità di non dipende infatti solo dalla scheda di memoria ma anche dalla velocità della fotocamera stessa nel trasferire i dati sulla scheda stessa.
Una scheda veloce può aiutare, invece che in fase di scatto, in fase di trasferimento dati da questa al Mac. Usando gli adattatori esterni FireWire si può sfruttare tutta la velocità della scheda e allora sì che si notano le differenze. Dimezzare i tempi di trasferimento solo spedendo qualcosa in più scegliendo una scheda più veloce fa sempre piacere.

Lettori e adattatori per le Memory Card

Sebbene l'acquisto di un adattatore o di un lettore comporti un costo aggiuntivo (dai 10 ai 100 Euro in funzione del tipo), il suo utilizzo dà il vantaggio di potere utilizzare la scheda di memoria per trasferire le immagini al computer mentre, con un'altra scheda nella fotocamera, si continua a scattare. È una comodità sentita soprattutto da chi utilizzerà la fotocamera digitale per lavoro.
Indipendentemente dallo standard, la scheda di memoria sarà il sostituto della pellicola e archivierà le immagini scattate. Dato che i produttori di fotocamere generalmente non forniscono in dotazione schede molto capienti - e per le macchine professionali a volte non ne forniscono del tutto - sarà necessario pianificare l'acquisto di una scheda di dimensioni adeguate al proprio utilizzo. Occorrerà pensare che con una digitale si scattano in genere molte più foto che con una macchina fotografica tradizionale. Per stimare la capienza di una Memory Card, oltre ad analizzare i dati tecnici della fotocamera, si può fare conto che mediamente le fotocamere, lavorando con compressione JPEG alla massima qualità, occupano per ogni scatto da 1 a 1,5 MB ogni 2 megapixel di risoluzione dell'immagine. Una fotocamera quindi da 4 mega pixel con una scheda da 128 MB potrà contenere fino a circa 60 fotografie. Se si utilizzasse invece il formato TIFF, per non perdere qualità, le cose cambierebbero sensibilmente! Ogni immagine occuperebbe infatti uno spazio - espresso in megabyte - pari a 3 volte la risoluzione espressa in megapixel quindi, la medesima fotocamera da 4 mega pixel necessiterebbe di 12 MB per ogni immagine in TIFF. La scheda da 128 MB che prima, col formato JPEG conteneva fino a 60 foto, ora in TIFF ne conterrà solo 10! Alcune fotocamere potrebbero utilizzare con il formato TIFF una compressione che non introduce perdita di qualità. In questo caso occorre esaminare il caso specifico e le informazioni tecniche della fotocamera.
Il formato RAW, come già accennato, funziona in modo simile al TIFF ossia mantiene l'integrità dei dati immagine. In compenso, ogni produttore associa al formato RAW un sistema di ottimizzazione che consente di risparmiare spazio in fase di registrazione. Ne risulta che il formato RAW è di solito più piccolo del TIFF (generalmente da 1/2 a 1/3). Pur non essendovi una regola fissa, le immagini in formato RAW occupano in genere uno spazio in MB che va da 1 a 1,5 volte la risoluzione della fotocamera espressa in megapixel.
In base a quanto detto fin qui, è sufficientemente semplice calcolare o la capienza di una scheda di memoria - intesa come numero di immagini - in base alla sua capacità in megabyte.

Batterie: cosa preferire?

Quando si parla di capacità della scheda di memoria, si potrebbe usare anche il termine "autonomia" e proprio questo termine introduce un altro fattore importante: la batteria della fotocamera. Cosa preferire? Batterie proprietarie o stilo da ricaricabili? Le batterie proprietarie hanno un costo - se acquistate separatamente dalla fotocamera - superiore alle stilo ricaricabili. In compenso, acquistando una fotocamera che usa batterie proprietarie si ha in dotazione anche l'apposito caricabatterie. Le stilo ricaricabili costano meno ma richiedono un caricabatterie dedicato che non è fornito con la fotocamera e che, quindi, rappresenta un costo aggiuntivo. Se si pensa di scattare nella medesima giornata molte più foto di quelle che la batteria dedicata consente (in genere tutte le batterie dedicate danno una autonomia di almeno un centinaio di scatti, se non si usa il flash), allora si dovrà pensare o a una batteria aggiuntiva o a una fotocamera che accetta, in caso di "emergenza", anche pile stilo. Con qualche manciata di euro, si potrà acquistare un set di scorta di batterie ricaricabili. Una fotocamera che usa batterie stilo, potrà funzionare in genere anche con normali batterie usa e getta reperibili ovunque e senza necessità di attenderne la ricarica. Questa soluzione è da considerare però solo valida in caso di reale emergenza. Il costo delle batterie stilo usa e getta - e la loro durata, soprattutto se si sfrutta anche il flash - portano a spese davvero non irrilevanti.

Dispositivi di archiviazione portatili

Il bello delle fotocamere tradizionali è che quando si pensa di dovere fare molti scatti ci si porta appresso un po' di rullini in più. E col digitale, se la propria memory card consente di scattare solo, per esempio, 30 foto prima di trovarla piena che si può fare? Disporre di più schede non è come disporre di più rullini; il costo è ben diverso.
In questi casi vi sono dispositivi - come il Belkin Media Reader da collegare a un iPod oppure il Flash Trax di SmartDisk - che permettono di sfruttare la capacità di un disco rigido come spazio di archiviazione delle proprie foto.
Alcuni di questi permettono, oltre l'archiviazione, o di vedere le foto su uno schermo a colori integrato oppure anche di mostrarle collegando il dispositivo a un televisore.
Chi è fortunato possessore di un iPod Photo sappia però che al momento le foto che possono essere visualizzate su questi apparecchi sono solo quelle che vengono trasferite mediante iPhoto. Quelle trasferite con il Media Reader di Belkin sono archiviate ma, finché non vengono importate in iPhoto, non sono visibili.

Custodie protettive e impermeabili

Nelle attività sportive e in quelle all'aria aperta possono essere necessarie protezioni sia meccaniche che dall'acqua o dalla sabbia. A tale scopo esistono varie custodie, tutte impermeabili, adeguate alle varie discipline sportive o, per meglio dire, ai vari stress cui la fotocamera sarà sottoposta. Per la passeggiata sulla spiaggia o la vacanza al mare non sarà necessaria una custodia professionale ma sarà sufficiente una custodia floscia, impermeabile, in materiale plastico trasparente. Queste sono delle ottime protezioni non solo da umidità, salsedine, pioggia e spruzzi, ma anche per la protezione dalla sabbia.
Sono custodie valide anche per l'uso in acqua ma, se non si vuole trovarsi con la fotocamera schiacciata come una sogliola, vanno evitate profondità oltre il paio di metri! La pressione dell'acqua, infatti, può schiacciare la fotocamera come una lattina vuota sotto un rullo compressore e, già a minime profondità, crea una sollecitazione molto forte sulle ottiche soprattutto se retrattili.
Per l'uso in acqua conviene stare su custodie specifiche per basse, medie o alte profondità. Le custodie per basse profondità - fino a 10 m - sono costruite con materiali plastici e uniscono la leggerezza a un buon livello di robustezza. Sono adatte non solo agli impieghi subacquei, ma, grazie alla robustezza, leggerezza e impermeabilità, sono ottime per l'uso in tutte le situazioni in cui si necessita anche di una protezione meccanica.
Un secondo tipo di custodie subacquee, è quello per profondità sino ai 40 m, profondità massima per la subacquea ricreativa. Possono essere o in metallo, generalmente alluminio, oppure in materiale plastico di notevole spessore per resistere alle maggiori pressioni.
L'ultimo tipo di custodie subacquee è quello destinato a un uso professionale o estremo. Si tratta di custodie atte a sopportare le elevate pressioni tipiche delle immersioni tecniche a profondità fino - e alcune anche oltre - i 100 m. Sono spesso in metallo con guarnizioni e accorgimenti tali da garantire la tenuta anche alle profondità più elevate a cui il subacqueo tecnico si spinge.
Nel loro uso occorre sempre stare molto attenti agli sbalzi di temperatura. Se si utilizza una custodia impermeabile mentre si va a sciare, l'aria fredda esterna può causare la condensa dell'umidità presente nella custodia essendo questa ermetica. Nella migliore delle ipotesi, la condensa si forma solo sulla custodia stessa e al massimo, appannandosi, sarà causa di fotografie sfocate. Nella peggiore delle ipotesi, se la condensa si forma all'interno della fotocamera, si rischia di creare dei micro cortocircuiti che possono causare o malfunzionamenti temporanei o addirittura guasti permanenti alla parte elettronica.
Questi rischi ci sono sempre quando si usa un apparecchio elettronico sottoponendolo a sbalzi di temperatura. Ci sono anche quando la fotocamera non è all'interno della custodia. La custodia impermeabile non fa altro che aumentare il rischio dato che non vi è ricambio di aria al suo interno. Per evitare di compromettere la propria fotcamera, è meglio evitarle sbalzi di temperatura repentini e evitare di sporla a tassi di umidità elevati. Per l'uso in custodia possono rilevarsi utili gli appositi sacchettini assorbi umidità.

Regolazioni manuali e pose creative

Una delle cose fondamentali per un uso creativo di una fotocamera digitale è la possibilità di effettuare regolazioni manuali.
Potere regolare le funzioni di base - distanza di messa a fuoco, apertura del diaframma e tempo di posa - consente una grande espressività.
Dalle loro impostazioni derivano molti fattori quali la profondità di campo, l'iperfocale, l'effetto fermo o l'effetto mosso. Inoltre al variare del diaframma varia anche la nitidezza globale dell'immagine. Sono argomenti che richiederebbero una lunga trattazione ma qualsiasi fotografo - e qualsiasi libro di fotografia - saprà spiegare approfonditamente come sfruttare queste enormi potenzialità!
Con "pose creative" si intendono tempi di posa particolarmente lunghi e adatti a situazioni che non durano nel tempo come spettacoli con fuochi d'artificio e temporali. Molte feste e sagre paesane tipiche dell'estate, per non parlare delle feste di capodanno, si concludono infatti con spettacoli pirotecnici. Generalmente per questi soggetti sono sufficienti pose dai 2 ai 5 secondi che permettono di riprendere la scia dei fuochi artificiali, evitando che vi sia un eccessivo affollamento di luci nell'immagine risultante.
Sempre in estate, i lampi che si vedono durante i temporali sono un soggetto entusiasmante e i risultati danno soddisfazioni davvero grandi! In questi casi le pose sono più lunghe - anche oltre 60 secondi - e permettono di "fermare" sull'immagine qualcosa di davvero effimero come un lampo. Oltre a queste situazioni forse un po' particolari, le pose lunghe si rivelano fondamentali per riprese notturne. Un panorama lacustre con una città che si specchia nell'acqua è sempre accattivante e con una posa adeguatamente lunga i risultati sono alla portata di tutti.

Flash e modalità d'utilizzo

Se il termine "fotografia" significa letteralmente "disegnare per mezzo della luce", senza luce non si fotografa. A sopperire alla mancanza di luce nell'ambiente può pensarci il flash.
Attualmente se si acquista una fotocamera digitale è normale trovarla già dotata di flash, sia essa una compatta o una reflex.
Quello che non ci si preoccupa di verificare è la capacità di illuminazione del flash. È un po' come acquistare una lampadina. Non si sceglie la prima che capita ma si valuta se comprarla di bassa potenza per rischiarare un piccolo ripostiglio oppure di potenza più alta per un locale più grande.
Per esprimere la potenza del flash si utilizza il cosiddetto "numero guida". Questo numero indica, con una sensibilità del sensore pari a ISO 100/21°, l'apertura del diaframma da impostare per avere, considerando la sola luce del flash, una corretta illuminazione di un soggetto a 1 m. Senza addentrarsi in calcoli, è sufficiente sapere che a numero-guida (anche indicato con "NG") maggiore corrisponde una maggiore potenza illuminante del flash.
I flash integrati nelle fotocamere digitali raramente hanno numero-guida superiore a 10. Questo deve fare capire che il loro raggio di azione è tale da coprire efficacemente i soli soggetti a brevissima distanza. Se le esigenze richiedono di riprendere soggetti più distanti - oltre i 2 o 3 m - è utile quindi disporre di un alloggiamento per un flash supplementare.
Non vanno poi sottovalutate le possibilità delle diverse modalità di utilizzo del flash.
Tra queste, le più utili - e più comuni - sono quelle legate alla riduzione dell'effetto occhi-rossi, per la ripresa in controluce e quella notturna con tempi lunghi.
La riduzione dell'effetto occhi-rossi avviene illuminando o con dei brevi lampi - o con una lampadina integrata nella fotocamera - il soggetto così che le sue pupille tendano a chiudersi. La minore luce che passa dalle pupille attenua l'effetto.
Circa il controluce, è la situazione in cui dietro al soggetto è presente una fonte luminosa intensa, per esempio il sole.
La fotocamera terrà conto, nel calcolo dell'esposizione, della gran quantità di luce presente e userà un tempo di posa brevissimo ma il soggetto in primo piano essendo poco illuminato apparirà scuro, anche nero. È in questo caso che il flash con funzione controluce - o flash di riempimento (fill-in) - sarà attivato e illuminerà adeguatamente il soggetto vicino.
Le riprese con flash abbinato a pose relativamente lunghe sono quelle in cui il soggetto vicino - per esempio una persona - sarà rischiarato dalla luce del lampo mentre lo sfondo - troppo lontano per risentire del lampo - apparirà relativamente illuminato grazie al tempo di posa più lungo del normale.

Per concludere

La fotocamera digitale è uno strumento elettronico e come tutto ciò che oggi ha a che fare con l'elettronica e il digitale può diventare superata in tempi davvero brevi vedendo il proprio investimento perdere rapidamente di valore.
Conoscendo le caratteristiche tecniche e la loro utilità si può scegliere un modello dalle prestazioni così elevate da rimanere a lungo un prodotto tecnicamente soddisfacente oppure si può optare per qualcosa di meno evoluto e più economico così che la sua obsolescenza non rappresenti una perdita eccessiva.
In ogni caso, sperare che una fotocamera digitale odierna possa avere la longevità di una Leica degli anni '40 è davvero segno di grande ottimismo.


La riproduzione è vietata con qualsiasi mezzo analogico o digitale senza il consenso scritto dell'autore. È consentita la copia per uso esclusivamente personale.
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© Enzo Borri 1990…2012