Fotografia Digitale

Allegato a Macworld Italia di marzo 2005





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Vedere e stampare le foto digitali

La fotografia digitale realizzata dalla fotocamera è ottima per la sua immediatezza dato che un attimo dopo che è stata scattata la si può subito ammirare. Ma come? Dove? Su che supporti?
Il supporto più immediato è il supporto digitale - lo schermo della fotocamera stessa, un computer, una cornice digitale - che ben si presta a interagire con altri dispositivi digitali.
Volendo farlo, si può anche collegare la fotocamera stessa a un televisore - data la predisposizione di molte fotocamere a questo scopo - e addirittura si possono realizzare delle simil-proiezioni sfruttando funzioni di "slide-show" (ovvero roiezione diapositive) previste nella fotocamera.
Questi sistemi sono, per molti versi, simili alla classica proiezione di diapositive nel senso che presentano tutti gli svantaggi della diapositiva su pellicola.
Facendo un paragone, per proiettare una diapositiva in pellicola serve un proiettore, un telo da proiezione e la corrente elettrica.
Il costo è abbordabile; la qualità, la nitidezza e la brillantezza dei colori sono eccellenti.
Per vedere una foto digitale, vedere una foto implica la presenza di un computer, di un monitor - o un videoproiettore - e la corrente elettrica. In alternativa un computer portatile.
Volendo proiettare in grande dimensione, come per le diapositive, occorre un videoproiettore, ben più costoso di un buon proiettore di diapositive.
Dopo questa primissima analisi, è facile capire che le possibilità di creare dissolvenze, montaggi con inserimento audio e la fruibilità anche a distanza - data la facile trasportabilità dei dati digitali - delle foto digitali hanno però due grossi svantaggi: uno economico e uno qualitativo.
Circa lo svantaggio economico, basta considerare che un buon proiettore di diapositive - con un buon obiettivo - costa attorno ai 200/250 €. Per fare un esempio, il proiettore Leica più economico, il modello P150 con obiettivo 85 mm, ha un prezzo, iva inclusa, di 215 € (listino Leica Italia ottobre 2004).
Il più economico dei videoproiettori Epson - modello EMP-IH - ha un prezzo di 1198,8 € iva inclusa. Oltre cinque volte tanto.
Senza volere esagerare, si può anche dire che un proiettore di diapositive ha modo di mostrare tantissimi dettagli così come se si avesse una foto digitale da almeno 10 milioni di pixel. E il videoproiettore? Quello preso in esame ha una risoluzione di 800 pixel pr 600! Circa la ventesima parte, e forse anche meno, rispetto al proiettore Leica.
Questo senza contare che poi sarebbe forse necessario un computer per avere un segnale migliore di quello sull'uscita video della fotocamera! E i costi salirebbero.
E non si può pensare di mostrare le foto digitali su un computer; la scomodità del trasporto e la dimensione limitata del monitor lo sconsigliano a meno che si disponga di un monitor da 30" Apple!
Questo per mettersi nella giusta ottica e comprendere che il digitale ha sia pregi che difetti se comparato con i sistemi tradizionali.
Sebbene la proiezione delle fotografie digitali rappresenti un punto a sfavore per il digitale, al contrario la visione delle foto sul televisore è qualcosa di possibile, sebbene la qualità immagine sia limitata, solo con questo sistema.
Si possono utilizzare vari sistemi: il collegamento diretto al televisore, se la fotocamera ha una uscita video, è il più semplice. Esistono però dispositivi che consentono la visione dei contenuti di memory card di vario tipo - pressoché tutti gli standard recenti - direttamente sul televisore senza bisogno di collegare la fotocamera. È il caso, per esempio, del SanDisk Photo Viewer o del, sempre prodotto da SanDisk - Photo Album.

Mentre il Photo Viewer è solo un dispositivo per mostrare quanto presente sulla memory card, il Photo Album può archiviare le foto su un disco rigido interno così da consentire anche di liberare spazio sulla memory card.
Funzioni di archiviazione/visione su televisore sono svolte anche dagli iPod.

Esistono anche oggetti che possono appassionare molto di più rispetto alla semplice visione sul televisore; sono i porta-foto digitali.
La maggior parte consente di archiviare su un disco rigido le immagini e di mostrarle su uno schermo a cristalli liquidi.
Per il momento sono prodotti soprattutto disponibili nel nord America e hanno prezzi a partire da circa 400$ a seconda dei modelli e delle dimensioni. Qualcuno, non potendosi permettere questi schermi, ha anche provato a smontare un computer portatile, usare lo schemo per mostrare le foto montando i componenti del computer dietro alla cornice! Una procedura per sfruttare un vecchio PowerBook per questo scopo è disponibile sul sito di Macworld USA all'indirizzo http://www.macworld.com/2004/08/features/thenextdoityourselfmac/index2.php.
Chi desidera prodotti sempre interessanti ma già pronti all'uso senza interventi "fai da te" trova in commercio, sul mercato americano, i porta foto digitali di Ceiva (www.ceiva.com). L'azienda, oltre al dispositivo, vende un servizio di trasferimento immagini per cui chiunque può inviare foto a un abbonato - un amico, un parente - e quando il visore si collega al server aggiorna le immagini in esso contenute.
Attualmente il servizio non è disponibile in altre nazioni dato che l'aggiornamento immagini avviene tramite linea telefonica tradizionale e non tramite Internet. Sebbene ciò sia un limite, è la soluzione migliore per dare a chiunque la possibilità di fruire del prodotto anche senza un cllegamento internet specifico.
Per disporre invece di sistemi collegabili a internet, www.photovu.com propone una cornice da ben 19" e con un collegamento wi-fi per l'aggiornamento via internet. Un gadget digitale che, molto verosimilmente, a breve invaderà le nostre case. Se oggi i prezzi - circa 1500$ per il modello da 19" e disco rigido da 40 GB - sono tali da non agevolare la diffusione di massa, in futuro si vedranno probabilmente in tutte le case.
Chissà, forse anche Apple un giorno produrrà una cornice per fotografie denominata "iFrame" e che permetterà agli utenti .mac di scambiarsi le foto da mostrare in bella vista nel proprio salotto?
Per il momento Apple si propone come fornitore di servizi per chi desidera avere le proprie foto stampate e raccolte in un album con copertina rigida. La qualità della realizzazione è ottima e ideale anche per regalare un ricordo di un evento speciale. I prezzi, non indicati sul sito italiano di Apple ma solo su quello americano, non sono bassissimi (29,99 $ per il minimo di 10 pagine e 3 $ per ogni pagina oltre la decima) ma sono comunque proporzionati alla qualità della realizzazione. Sono anche disponibili diverse impostazioni grafiche consentendo anche l'inserimento di commenti al fine di realizzare una vera storia fotografica.
Sul sito Apple alla pagina http://www.apple.com/it/ilife/iphoto/books.html è possibile vedere anche degli esempi. Gli utenti di iPoto 4 possono già creare degli album partendo dalla propria raccolta di fotografie oppure possono ordinare la stampa di fotografie tradizionali ossia non stampate e raccolte in album.
Chi ancora non possiede le versioni più recenti di iPhoto - disponibili comunque acquistando il pacchetto iLife - può affidarsi per la stampa o al proprio fotonegoziante di fiducia - molti dei quali sono attrezzati con computer connesso a internet per trasmettere immagini e relativo ordine al proprio fotolaboratorio - oppure a laboratori che offrono il servizio direttamente ai privati.
Anche in questo caso, per la scelta è meglio affidarsi ai consigli dei professionisti chiedendo al proprio fotonegoziante a chi rivolgersi per un servizio di qualità al giusto prezzo.
Dovendo scegliere, ci si accorge che i servizi offerti non sono solo limitati alla stampa delle proprie foto in modo tradizionale - print on demand - ma anche album, calendari, biglietti personalizzati e altro. Per fare un esempio reale, dal sito www.sviluppofoto.net, sito di un noto fotolaboratorio, è possibile ordinare la stampa delle proprie foto nel modo tradizionale - foto singole nei vari formati standard, su carta lucida o opaca - oppure crearsi calendari e composizioni fotografiche personalizzate. Il tutto è realizzabile preparando i propri album direattamente sul sito del laboratorio; album questi che sono poi consultabili, modificabili e condivisibili tramite internet.

Stampa e dimensioni

È fondamentale ricordare, prima di rivolgersi a un laboratorio per la stampa delle foto, che la qualità di stampa dipende anche dall'originale e la sua rsoluzione è determinante per stabilire la sua massima dimensione.
Qualsiasi fotocamera digitale oggi in commercio ha almeno due milioni di pixel. Si parla di immagini da 1600 x 1200 pixel, risoluzione non elevatissima ma sufficiente a garantire una qualità fotografica con stampa da 10 x 15 cm.
Fotocamere di fascia superiore hanno risoluzioni fino anche ai 10/12 megapixel. Il problema è che a maggiori risoluzioni corrispondono immagini che occupano molto più spazio sulla scheda e richiedono un maggior tempo di trasferimento al laboratorio.
Ciò può fare cadere nella tentazione di ridurre la dimensione immagine - o aumentare la compressione - al fine di poter ridurre le dimensioni del file generato a tutto svantaggio della qualità.
Se in fase di trasmissione delle foto al laboratorio, non disponendo di una connessione adeguatamente veloce è possibile rivolgersi al negoziante così da consentire di usare file di grandi dimensioni, i problemi potrebbero nascere se si dispone di una memory card di capacità inadeguata. È allora fondamentale dotarsi di una scheda di memoria sufficientemente capiente sia in funzione del numero di foto che si scattano prima di poterle trasferire al computer che alla dimensioe dei file di ciascuna foto.
Se si scattano foto durante eventi, feste, gite o altre occasioni non certo ripetibili, è meglio affidarsi alla massima risoluzione così che anche un ingrandimento diventi cosa possibile.
La stampa e le possibilità di ingrandimento sono strettamente legate a queste scelte dato che è la scelta della risoluzione in fase di scatto che determina la quantità di dati disponibili in fase di stampa. Essa corrisponde alla "risoluzione" in stampa ossia alla "quantità di informazioni disponibili per unità di misura lineare". In altre parole, dato che le informazioni sono i pixel, si potrà parlare di "pixel per centimetro" o di "pixel per pollice". Nel gergo della stampa si fa riferimento alla risoluzione espressa come pixel per pollice (PpI, Pixel per Inch). Parlando di pixel per centimetro, si avrà il valore espresso in PpI diviso 2,54. Quindi, se si considera che per una stampa fotografica la risoluzione è di 300 PpI essa corrisponde a 120 pixel per centimetro.
Questo valore, conoscendo le dimensioni in pixel dell'immagine digitale creata dalla fotocamera, consente di calcolare la massima dimensione stampabile.
Se si dispone di una foto digitale di una fotocamera da 2 megapixel - tipicamente da 1600 x 1200 pixel - e facile dividere questi numero per 120 e ottenere: 1600:120= 13,3 cm e 1200:120= 10 cm.
Ecco perché inizialmente si diceva che con una fotocamera da 2 mega pixel si possono ottenere stampe nel tradizionale formato cartolina da 10 x 15 cm. Le dimensioni, come si vede, sono molto simili anche se si nota che variano le proporzioni. Dove nella fotografia tradizionale si hanno proporzioni 2/3 - come nel formato 24 x 36 mm - nel digitale spesso si usano proporzioni 3/4 il che vincola a formati leggermente diversi da quelli abituali.
Occorre fare anche qualche ulteriore considerazione. Quando ci si rivolge a un fotonegoziante, a un laboratorio fotografico o quando si stampa un ingrandimento da un service di stampa digitale che usa Durst lambda - o attrezzature similari - si ottengono stampe su carta fotografica chimica, quella utilizzata per la stampa delle fotografie tradizionali. Questo indica che sono stampe a tutti gli effetti con le medesime caratteristiche di brillantezza e durata delle stampe fotografiche.
La superficie della carta ha un aspetto uniforme senza il tipico difetto di molte stampe a getto d'inchiostro che possono mostrare aree più o meno lucide in funzione della quantità d'inchiostro sulle varie zone.
Negli altri sistemi di stampa, come nel getto d'inchiostro usato per le stampe casalinghe, si ha un passaggio di inchiostro che si deposita sulla superficie. Non vi sono pro o contro, eccetto che per il problema indicato, ma sono solo caratteristiche diverse.
Data la diffuzione della stampa casalinga a getto d'inchiostro, nonstante i costi molto più elevati di quella fotografica, è il caso di dedicare attenzione anche a questo sistema esaminando le sue potenzialità.
Nella stampa a getto d'inchiostro si potranno scegliere inchiostri a colorante (dye) o a pigmento. Se i primi possono dare una resa cromatica superiore a quelli a pigmento, per la loro durata nel tempo sono necessari più accorgimenti - per esempio carte speciali - che per gli inchiostri a pigmento. Questi ultimi, essendo a base minerale e non di origine biologica, hanno una durata molto elevata e la loro inferiorità nella resa cromatica oggi è molto trascurabile per le stampe amatoriali.
Uno dei pregi da non trascurare nella stampa a getto d'inchiostro è la realizzazione delle stampe in banco e nero di qualità. Chi è abituato ai neri profondi della carta fotografica - attenzione a non fare confusione: si parla di carta fotografica bianco e nero e non di stampa in bianco e nero su carta a colori - può ottenere risultati pressoché identici sfruttando i colori a base carbone. Disponibili per le stampanti Epson, qesti hanno un colore nero puro esente da dominanti cromatiche. Una stampa con questi inchiostri su carte di qualità è difficilmente distinguibile da una stampa ottenuta in camera oscura.
Altro caso da considerare circa la stampa riguarda gli ingrandimenti. quando le dimensioni della stampa crescno, cresce, e bisogna valutare, la distanza di visione. Se si ha una splendida foto e si vuole una stampa da 70 x 100 cm, si deve tenere presente che questa sarà osservata da una certa distanza e pertanto non sarà possibile notare i minimi difetti. Ciò significa che, sebbene sia necessario un ottimo originale digitale, anche con una risoluzione molto bassa, attorno ai 50-80 PpI (20-35 pixel al centimento) si ottengono risultati eccellenti sia con le macchine come la Durst Lambda (vedi www.durst.it) che con i plotter di grande formato a patto di osservare la stampa a distanza.
Prima della stampa - per essere recisi occorrerebbe dire «prima dello scatto» - si dovrà comunque tenere presente un ulteriore fattore determinante ai fini della qualità finale: il livello di compressione.
A meno di scegliere formati come il tiff o il raw, quando le immagini sono registrate sulla scheda di memoria, la fotocamera normalmente "comprime" i dati usando il formato jpeg. Questo comporta una perdita di qualità, normalmente poco visibile, e una notevole riduzione della quantità di dati necessaria per registrare l'immagine stessa. Le immagini occupano così una dimensione sulla scheda pari a 1/5 o 1/6 di quanto occuperebbero non compresse. Per comprendere meglio è necessario tenere presente che il sensore legge i valori delle componenti rossa, verde e blu di ciascun pixel dell'immagine. Dato che per ogni componente sono usati solitamente 8 dati (8 bit) per ciascun pixel, ecco che il numero complessivo di dati necessari a registrare un'immagine sarà dato da 8 bit moltiplicato per le 3 componenti (rossa, verde e blu) moltiplicato per il numero di pixel.
A questo punto, considerando un'immagine da 4 milioni di pixel si ottiene 8 x 3 x 4 000 000 = 96 milioni di bit. Siccome in informatica si parla di "byte" che rappresentano l'insieme di 8 bit, ecco che l'immagine da 8 milioni di pixel (8 mega pixel) occupa 12 milioni di byte ossia 12 megabyte (MB).
Considerando che con la compressione mediante registrazione in formato jpeg le dimensioni diventano da 1/5 a 1/6, ecco che l'immagine registrata sulla scheda della fotocamera occuperà da 2 a 2,4 MB. Questo calcolo può anche essere d'aiuto per capire quante immagini si possono registrare su ciascuna scheda di memoria.
Una scheda da 500 MB potrà quindi contenere da 200 a 250 immagini di una fotocamera da 4 mega pixel.
Il livello di compressione però non è fisso. Varia da fotocamera a fotocamera e, come se ciò non bastasse, scegliendo il livello di qualità desiderata è possibile impostare un diverso livello. Alla fine, dalla compressione dipende sia lo spazio che l'immagine occupa sulla scheda una volta registrata che la qualità dell'immagine. Diversi livelli di compressione determinano una diversa qualità immagine. Utilizzando la massima qualità disponibile, solitamente, gli effetti della compressione non sono percettibili; lo diventano scegliendo livelli di qualità bassi.


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